Agorà – Prove di backstage
Agora significa adesso in portoghese ed in greco è lo spazio pubblico per eccellenza. La piazza, osservatorio privilegiato, luogo dell’assemblea dei liberi, dove i cittadini si radunavano per discutere e decidere. Può diventare oggi lo spazio per ritrovare la relazione nel vivere il presente?
Utilizziamo un linguaggio artistico multidisciplinare (che utilizza teatro, danza, mimo, pittura, video editing e motion graphics), per spogliare architetture, convenzioni e abitudini visuali.
Linee prospettiche e prospettive umane s’incontrano: movimenti delle persone, staticità urbanistiche e punti di fuga emotivi s’intessono.
Andiamo alla sostanza delle forme per riscoprire qualcosa che forse non è ancora perduto.
L’opera pittorica di Claudio Cionini congela uno scorcio di città e ne ricrea l’essenza. Il pittore svuota l’immagine dal trambusto e dall’irrequieto che distrae l’occhio e la mente.
Gli attori-danzatori operano in modo analogo e complementare. Sono corpi che si muovono nello spazio cittadino e pittorico cercando la loro origine. Personaggi che abitano il quadro, ripopolandolo, dandogli vita nuova.
Svuotata la città possiamo guardare con altri sguardi l’umanità. Attori e pittore fermano il tempo. E in quell’attimo di pausa infinita svelano l’invisibile come anime indipendenti dalla condizione umana. Agorà è fermarsi per vedere la sostanza delle cose, dei rapporti in una comunità, e ripensare ai modi in cui viviamo il mondo.