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Agorà – Prove di backstage

Agora significa adesso in portoghese ed in greco è lo spazio pubblico per eccellenza. La piazza, osservatorio privilegiato, luogo dell’assemblea dei liberi, dove i cittadini si radunavano per discutere e decidere. Può diventare oggi lo spazio per ritrovare la relazione nel vivere il presente?

Utilizziamo un linguaggio artistico multidisciplinare (che utilizza teatro, danza, mimo, pittura, video editing e motion graphics), per spogliare architetture, convenzioni e abitudini visuali.

Linee prospettiche e prospettive umane s’incontrano: movimenti delle persone, staticità urbanistiche e punti di fuga emotivi s’intessono.
Andiamo alla sostanza delle forme per riscoprire qualcosa che forse non è ancora perduto.

L’opera pittorica di Claudio Cionini congela uno scorcio di città e ne ricrea l’essenza. Il pittore svuota l’immagine dal trambusto e dall’irrequieto che distrae l’occhio e la mente.

Gli attori-danzatori operano in modo analogo e complementare. Sono corpi che si muovono nello spazio cittadino e pittorico cercando la loro origine. Personaggi che abitano il quadro, ripopolandolo, dandogli vita nuova.

Svuotata la città possiamo guardare con altri sguardi l’umanità. Attori e pittore fermano il tempo. E in quell’attimo di pausa infinita svelano l’invisibile come anime indipendenti dalla condizione umana. Agorà è fermarsi per vedere la sostanza delle cose, dei rapporti in una comunità, e ripensare ai modi in cui viviamo il mondo.

ArgoNow

Un concerto spettacolo,
un’interazione tra musicisti e attori.

Fare jazz estraendo dalla nostra radice mediterranea i contenuti da elaborare, improvvisando.

Lo spazio scenico si inserisce nel contesto live del concerto insieme ai giochi di luce, al mimo e alla danza, creando scenari ora pittorici ora narrativi alternati a momenti di ascolto musicale.

In scena la musica ma anche il corpo che dipinge una danza che si fa segno e narrazione.

Ogni elemento compositivo ed ogni gesto sono canalizzati per costruire con poco, con il gusto del lavoro artigianale – in modo intimo ma profondamente pulsante – per creare un’esperienza esecutiva di ascolto e di osservazione unica nel suo genere.

IN COLLABORAZIONE CON IL CENTRO INTERNAZIONALE DI ARTI MIMICHE

ArgoNow è uno spettacolo che prende vita dal progetto creativo Human Touch.

Comuni marziani

Lo spettacolo ha come tema l’omosessualità,
intesa come uno dei modi di vivere la sfera affettiva.

Affronta quella sottile linea d’ombra che costituisce il passaggio dell’individuo da una fase di non accettazione e spesso di solitudine – in cui ci si sente appunto diversi o “marziani” – ad una fase di riconoscimento di se stessi, di apertura al mondo, di confronto verso i sentimenti, i pensieri e le dinamiche simili alle persone “comuni” con la sola differenza che sono indirizzati ad un compagno dello stesso sesso.

La vita reale ispirata da racconti personali prende forma e si colora di tinte surreali, a volte comiche altre grottesche, seguendo uno stile nel quale i linguaggi del teatro, della danza e del canto si fondono in una ricerca fra gesto, movimento e parola.

In Comuni marziani la scena si trasforma continuamente, passando con disinvoltura da un luogo a un altro: dalla balera popolare in cui i protagonisti danzano una vorticosa mazurca con incursioni coreografiche contemporanee, alla musica tecno di una discoteca affollata di teen-agers, oppure dal contesto intimo e famigliare al mondo patinato della televisione e delle sfilate di moda.

Lo spettacolo è stato selezionato dal Sistema Teatro Torino nell’ambito di “Rigenerazione 2007”, come miglior lavoro presentato all’evento.

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Duomini

Chi sei veramente?
Riesci a vedere che ciò che sei non è una cosa sola?

Prova ad guardarti mentre stai osservando. Non è la diversità che importa.
Cosa vedi se cambi i tuoi occhi e guardi in maniera diversa: forse un giorno permetterai alle persone di vedere chi sei veramente.

Ascolta e fidati di me: quando sono immerso nell’acqua devo abbandonare qualcosa, se davvero voglio incontrarla.

E’ una relazione profonda che mi parla dentro, alle parti più invisibili e nascoste.
Un dialogo con la paura, il controllo, il giudizio. Risveglia un istinto, una natura animale che permette di incontrare nuove possibilità di relazione con gli altri esseri umani.

La domanda CHI SEI TU acquista un sapore unico, irripetibile, quasi ingenuo.
Perché ritrovando la tua natura, riconosci quella di chi ti sta di fronte. Inevitabilmente.

Come i bambini quando giocano immersi totalmente nel loro mondo, così nello spettacolo la vita esplode in tutta la sua espressione ed espressività creando una danza piena di energia e catartica.

Il processo coinvolge anche gli spettatori che non possono far altro che seguire il gioco e l’onda che li attraversa.
Una relazione che ti attraversa come l’acqua che scorre.

Ipno

Frammenti di non sonno
Riflessioni corporee semi-oniriche.

Entrare nel regno dell’assenza della presenza e successivamente della presenza nell’assenza.

Capita di rimanere sull’orlo, senza riuscire ad andare né di qua né di là.
Si resta, semplicemente, sulla porta di un “sonno consapevole”.

Il confine tra le atmosfere barocche musicali innescate dalle variazioni Goldberg e le variazioni sullo spazio del danzatore contemporaneo, sono lo stesso confine che c’è tra il vedere e l’ascoltare e tra il dormire e il vegliare.

Gli artisti, musicisti e danzatori/mimi, s’incontrano attraverso due linguaggi di riferimento, quello musicale e quello mimico-danzato, per lavorare al servizio l’uno dell’altro, nell’intenzione di raggiungere una terra d’incontro e sviluppare una ricerca che porti alla nascita di un terzo elemento che rappresenti il punto di unione e contatto.

Una specie di Pre-assenza che possa far crescere artisticamente l’opera e gli interpreti
perché è lo stato degli interpreti stessi che ne condiziona l’esito.

IN COLLABORAZIONE CON IL CENTRO INTERNAZIONALE DI ARTI MIMICHE

Il protagonista

Lo spettacolo nasce da una riflessione sul racconto La Lotteria di Babilonia di J. L. Borges, dove attraverso una speciale lotteria vengono estratti i destini delle persone.

Il Protagonista è il nome del programma televisivo in cui avverrà l’estrazione dello spettatore che vincerà il destino di protagonista, ovvero potrà partecipare allo show.

Una semplice casualità che cambierà i progetti del pubblico e degli attori, ne modificherà il ruolo.

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Il viaggio lungo un sogno

Nove attori che parlano di viaggio e di sogni, di incontri ma soprattutto del bisogno di partire.

Siamo tutti in viaggio, ma solo alcuni lo sanno e molti lo dimenticano. Ognuno dal proprio punto di vista. Possiamo viaggiare fuori o dentro di noi, non c’è differenza. In solitudine oppure in coppia attraversando le pagine della nostra vita. C’è chi viaggia verso un’ “autentica autonomia interiore”, chi per “seguire virtute e canoscenza”. Viaggiare alla ricerca di “Dorothy” che ossessivamente immaginiamo e parlare con l’uomo seduto al nostro fianco. Con le nostre valige a volte piene a volte vuote: odio, amore, sesso, stupore, gioco, paura, gioia …dipende.

C’è un tempo per partire e un tempo per ritornare. Un tempo per salutare, un tempo per abbracciare. O come canta qualcuno: “C’è un tempo che sfugge ma niente paura che… prima o poi ci riprende”.

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Orfeo

“Esiste un momento decisivo, un punto di non ritorno, un luogo del tempo, dello spazio e dell’anima da cui potranno dipendere molte traiettorie e prospettive e soluzioni della nostra vita: una scelta, una rinuncia, uno scarto, una parola, un semplice sì, o un no che complica tutto”.

Tre colori che non si toccano: bianco-nero-rosso. Il quadrato come confine. Come centro di gravità vigilata.
Le parole di Rilke. Le ombre di Lynch. Le note di Offenbach. Il corpo che diventa parola e la parola che salta un giro. Il quadrato come sintomo. Come applicazione. Quattro stagioni all’inferno e ritorno.

La negazione del volto. Del connotato. L’assonanza col regno dei Morti. La distanza dal Regno dei Vivi. L’inferno dietro l’angolo. Quell’attimo lì. Uno stop definitivo. Un gesto non ripetibile. Un movimento eterno. Otto unità di dis-misura.  Tecnologia Filosofica e Michele Di Mauro

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Music room

Lucy e Glenn si incontrano nei bagni di una sala da concerto, avvolti dalle note della ballata nr 1 in sol minore di Frederyck Chopin.
Così inizia Music Room, spettacolo di teatro e parola, con incursioni nella danza e nella musica.

Un noir surreale, talvolta inquietante con venature grottesche semiridicole e una punta di “trama da soap-opera”.
Farsa e tragedia, sogno e realtà per scoprire al termine chi è l’assassino. Sempre che ci sia stato un delitto.

Partendo da una drammaturgia testuale i corpi degli attori, mappati secondo il processo di motion tracking, danno vita ad una musica interattiva, interpretando le parole con i loro movimenti.

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Why not

Why not? è uno spettacolo che utilizza – e sapientamente intreccia – teatro, mimo, danza e verbo, guardando la morte per parlare alla vita. È forse un tentativo d’incontro con la nostra natura impermanente.

Perche no è stata la domanda di partenza della ricerca. Perche alcune cose non le vogliamo vedere, perché non ne parliamo, perché non riusciamo a guardarle nella quiete, ad incontrarle nella presenza…e allo stesso tempo perche farlo?

Vivere è morire? Perché no? Una richiesta d’affermazione amletica per andare oltre la separazione creando un contatto e forse una continuità: perche anche la morte è nella vita. Sentirsi vivi: uno stato dell’essere abbandonato che continua a dis-perdere senso.

I vecchi del mio paese dicevano: “la qualità della tua vita dipende dal coraggio di guardare dritto negli occhi il sapere di morire. Ascoltalo e ricomincerai a vivere“. Why not è uno spettacolo tragicomico che accende i riflettori su quanto l’essere umano sia diventato perfetto nel preoccuparsi di ciò che potrebbe accadere invece di occuparsi semplicemente di ciò che accade veramente.

La Morte, un ambasciatore apparentemente immortale, abita uno spazio dove il tempo è una linea sulla quale si alternano gli opposti: inizi e fini in un sottile equilibrio fra realtà-finzione, verità-gioco, tragedia-comicità, profondità-leggerezza.

Il Protagonista arriva in scena con un messaggio tanto semplice quanto inverosimile: “…signore e signori, questa sera una persona fra di voi morirà…“; .
…è una gran fortuna, dovreste essere felici perché sapendolo prima, avrete il tempo di prepararvi e preparare la vostra morte…“;

Potrai decidere ad esempio:

– di provare il vestito che desideri usare e non vederti morto con un orrendo capo che tu non avresti mai indossato!

– il testamento con le tue ultimissime volontà.

– la foto da mettere sull’epigrafe, ritoccata ad hoc – perché chissà quale avrebbero messo!

– il trucco per dare tono e vitalità.

– la musica che ami per il tuo funerale.

– puoi chiamare qualcuno – gratuitamente in tutto il mondo e senza scatto alla risposta – per il tuo ultimo saluto da sano.

– un minuto in diretta live per affermare ciò che non hai detto mai e lasciare una testimonianza eterna.

Cose che normalmente non potrai fare perché o muori di colpo o sei troppo vecchio per decidere tu stesso o infermo o psichicamente altrove.

Ma l’imprevisto, come la morte, arriva inaspettatamente. Anche per il nostro Antieroe. Un rovesciamento improvviso che porterà lentamente al disfacimento di tutta l’apparenza e le sovrastrutture dell’Ambasciatore fino ad un poetico quanto inaspettato epilogo.

IN COLLABORAZIONE CON IL CENTRO INTERNAZIONALE DI ARTI MIMICHE

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